Quello proposto in questo post non è un giro completo ma un sentiero che può essere inserito all'interno di numerosi percorsi nella zona.
Ho deciso di dedicare un post al Sentiero dei Giganti per la sua la sua bellezza e il fascino primitivo dei borghi attraversati.
Un grazie va a quei volontari che durante il periodo COVID e nei mesi successivi, hanno pensato e poi realizzato la riapertura del sentiero che da Fanano conduce ad Ospitale, abbandonato dagli anni '70. Si è deciso di chiamarlo “Sentiero dei Giganti” in onore dei castagni secolari presenti sul percorso, alla base di una economia fatta di pastorizia e di derivati della castagna.
Il sentiero, di recente è stato censito dal CAI di Modena con il numero 423, si svolge a mezza costa ed è un costante saliscendi. Alcune salite sono ripide e difficilmente percorribili in sella, le discese divertenti, malgrado qualche tornante insidioso.
Si parte da Isola di Ospitale, in corrispondenza di un portale in ferro tra le case, che porta la scritta appunto di "S. dei Giganti". Un cartello segnala che per i primi 100m le bici andranno condotte a mano.
Usciti dall’abitato e dal suo dedalo di viuzze, tra le case e la parete della montagna, la visuale si allarga e ci si tuffa nel bosco. All'inizio il sentiero è largo e facilmente percorribile,
proseguendo, il percorso si fa più stretto, il bosco più fitto e iniziano i passaggi in single track, alcuni un po’ esposti, ma mai pericolosi, qualche salita ripida, alcune su roccia che diventano viscide con la pioggia. Questo rende la stagione umida poco indicata dal punto di vista ciclistico, ma la più interessante al livello paesaggistico grazie alla nebbia che rende il bosco indefinito e meraviglioso.
Il primo borgo che si incontra è Il Pianello, il più suggestivo.
Un cartello racconta la storia della famiglia Montecastelli in parte proprietaria del borgo, di cui riporto in seguito il testo.

Il Pianello
Mio nonno Montecastelli Geremia, nato ad Ospitale nel 1893, fu in parte proprietario di questo antico borgo. Nel periodo autunnale, insieme alla sua numerosa famiglia, raggiungeva il borgo del Pianello, percorrendo quello che ora è stato battezzato "il sentiero dei Giganti", per rendere omaggio ai bellissimi castagni secolari, che si possono ammirare lungo il cammino. Questo borgo era luogo di raccolta e successiva essicazione delle castagne, che sarebbero poi servite, per il sostentamento della numerosa famiglia. Per qualche mese, questa piccola borgata riprendeva vita. Le giornate trascorrevano veloci, lunghe e faticose.
La nebbia saliva lungo i crinali, nascondendo le valli boschive, avvolgendo le sommità degli alberi, mentre la pioggia scendeva lieve, grondando castagne lucenti, strappate ai loro involucri spinosi... E la fatica incombeva sovrana, su vecchie, bagnate schiene ricurve e gelide mani rovinate dal duro lavoro e dai cardi pungenti...
Finita la raccolta iniziava il periodo di essicazione: per 40 giorni, il fuoco rimaneva acceso all'interno del metato. Il tetto fumante, riempiva il castagneto di un odore acce, penetrante, che il vento capriccioso soffiava in giro, fra le umide fronde degli antichi alberi... Scie di fumo argentato trasformavano il bosco in un luogo magico, incantato... Il tempo scorreva lento, mentre le castagne, appassivano pigramente, adagiate sui graticci odorosi, cullate dal fumo e dall'aria calda, che saliva dal fuoco sottostante...
Trascorsi 40 giorni, i fuochi nei metati venivano spenti, le castagne raccolte e portate al mulino "del Principe", per essere macinate e così trasformate in una deliziosa farina che avrebbe salvato dalla fame intere generazioni.
Terminata la raccolta delle castagne, il piccolo borgo del Pianello, ricadeva nel silenzio; la solitudine riprendeva possesso di ogni angolo e il bosco odoroso riabbracciava la sua amata quiete.
Ora mi rivolgo a te ignoto passante che percorri questo antico sentiero: rispetta la natura con i tuoi gesti, con le tue parole. Onora questo luogo antico. Ascolta il tuo respiro, entra nel tuo cuore, senti la vita che tanto tempo fa scorreva fra questi ruderi, ora avvolti nell'oblio e nell'abbandono. Lasciati guidare da pensieri antichi, da rumori e suoni ormai dimenticati, da lontani profumi portati dal vento, imprigionati fra i rami dei castagni secolari, nei contorti tronchi delle edere selvatiche, arrampicate sui vecchi muri, di un passato lontano e dimenticato.
Ma sopra ogni cosa, rispetta e onora questo bosco fatato e il sonno eterno, dei suoi giganti addormentati...
Montecastelli Mirella.
Infine esprimo la mia gratitudine
più sincera, a tutti i volontati che hanno
conicibuito all'apertura e alla manutenzione
di questo antico sentiero
Grazie!
Delle case rimangono solo ruderi abbandonati. Dove c'è l'oblio dell'uomo, la natura si riappropria del territorio.
Proseguendo, dopo circa 500m e un doppio tornante in salita, si arriva alla frazione di Montemezzano di sotto, una borgata molto popolosa, all’inizio degli anni ‘50 fu completamente abbandonata dai suoi cittadini che vivevano di pastorizia ed economia della “castagna”.
Anche qui un cartello riporta la foto degli ultimi proprietari e la loro storia familiare:
Questa casa fu costruita dalla famiglia di Andrea Monterastelli nell'anno 1895. Era composta dalla casa principale, dalla stalla, dal fienile e dal metato. E' stata abitata fino al 1945 poi la famiglia si trasferì definitivamente a Fanano all' "Osteria del Sole ". Fino agli anni '70 in estate, per la pulizia dei boschi, e in autunno, per la raccolta ed essicazione delle castagne, la casa veniva abitata per qualche tempo.... senza acqua e senza luce!
L'ultima famiglia Monterastelli, che vediamo nelle foto, era composta da Monterastelli Alfonso, con la moglie Monterastelli Teresa e i figli nati in questa casa, Maria, Adriano e Loredana, oltre ad Olinda, la più giovane, nata a Fanano.
Il sentiero prosegue per altri 2,5Km, attraversando torrenti e fossi, sempre facilmente superabili grazie ai lavori di bonifica.
Dopo un tratto in discesa flow, si arrivati all'altezza di una recinzione metallica un po' malmessa, con qualche divertente tornante, sempre in discesa si arriva ad un bivio; a destra si torna su Via Ospitale, la strada asfaltata, all'altezza del ponte di Rifolengo. Si prosegue a sinistra e il ritorno alla civiltà si percepisce chiaramente incrociando le prime abitazioni della galassia dei borghi sopra Due Ponti.
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