Monte Pasubio - Bocchetta Foxi

Il monte Pasubio con la sua forza evocativa richiama immediatamente alla mente gli eventi bellici della Grande Guerra, in quanto “la montagna più accanitamente contesa” tra l’esercito italiano e quello dell’impero Austro-Ungarico. Fu teatro di sanguinose battaglie e per questo dichiarata zona sacra.

Grazie ad una fitta rete di strade, mulattiere e sentieri che percorrono il massiccio da ogni lato, offrono una vastissima gamma di itinerari, quello qui proposto è la mia versione di uno dei più classici.

La partenza di questo giro, che richiede un po’ di allenamento, è da Anghebeni, raggiungibile in venti minuti di auto da Rovereto. Si lascia la macchina in un comodo, piccolo parcheggio appena superato il centro abitato.

Da qui ci aspettano 10km di strada statale per guadagnare i primi 500m di quota. All’altezza del campo sportivo dopo Raossi, è possibile prendere la provinciale di Camposilvano in discesa, questa deviazione allunga di un paio di chilometri e 150m di dislivello, ma permette di pedalare su una strada a basso traffico.



Arrivati a pian delle Fugazze, al confine tra Trentino e Veneto, inizia la strada degli eroiinaugurata nel 1938 nella forma che vediamo oggi. Il nome deriva dalle targhe delle 12 medaglie d’oro al valor militare che combatterono qui durante la Grande Guerra.

La prima parte della salita nella Val Fieno è abbastanza agevole, ci regala qualche bel panorama sulle creste delle piccole Dolomiti e sul lago Specchieri



Al chilometro 19, dopo 1150m di dislivello, dopo qualche rampa un po’ più impegnativa, si raggiunge la galleria generale Giuseppe d'Havet. La galleria rappresenta un vero e proprio spartiacque, si passa dalla provincia di Trento a quella di Vicenza, spesso le condizioni del meteo possono cambiare bruscamente e la vista si apre sulla brulla e selvaggia val Canale, fino a spaziare sulla pianura Vicentina.

galleria generale Giuseppe d'Havet

strada degli eroi

val Canale

Al chilometro 22 e 1300m di dislivello arriviamo al rifugio generale Achille Papa. Qui una sosta è d’obbligo prima di affrontare gli ultimi chilometri di salita.

Poche decine di metri dopo il rifugio incontriamo l’arrivo della strada delle 52 gallerie

rifugio generale Achille Papa

La strada venne costruita come percorso alternativo alla strada degli Scarubbi, per avere un passaggio, al riparo dal fuoco nemico, tra le retrovie e la linea del fronte, nella zona sommitale del Pasubio (dente italiano e dente austriaco) ed è un’opera ingegneristica incredibile, lunga 6550 metri di cui 2335 in galleria.

strada degli Scarubbi

Arco Romano

Proseguiamo in direzione del fronte. Da qui in poi è zona sacra a causa dei sanguinosi combattimenti tra l’esercito italiano a quello dell’impero Austro-Ungarico. Incontriamo un cartello con la celebre iscrizione “di qui non si passa” e l’Arco Romano che fa ombra al cimitero della Brigata Liguria. 


Dente Italiano

Poco dopo, in prossimità della chiesetta di Santa Maria, giriamo a destra per concederci una deviazione per raggiungere il Dente Italiano. Vale la pena lasciare la bici ed esplorare l'incredibile reticolo di gallerie.

Si ridiscende per lo stesso sentiero fatto in salita, per ricongiungersi al percorso principale, fino alla Selletta Comando è una comoda leggera salita, da qui traversi non sempre pedalabili, gradini che costringono ad issare la bici e tratti con forte pendenza, rendono il percorso un po’ difficoltoso.

Passiamo per il suggestivo cimitero delle Sette Croci, la leggenda popolare associa questo posto ad una violenta contesa per i pascoli tra pastori, sei di loro sarebbero stati uccisi, e il settimo si sarebbe tolto la vita.


Sette Croci

verso la Sella del Roite

Raggiungiamo la Sella del Roite, da qui inizia un incredibile, lunghissimo traverso in falsopiano che taglia a metà il versante esterno del monte Roite, in alcuni punti un po’ esposto ma mai estremo. 


traverso di monte Roite

Una volta cambiato versante il traverso diventa un divertente single track che con qualche tornante scende verso la bocchetta delle Corde, e il rifugio Vincenzo Lancia sullo sfondo.

Superata la boccetta delle Corde si torna a salire per la cima del Monte Testo, una breve deviazione e lasciamo la bici per raggiungere la vetta anch’essa scavata e fortemente fortificata.

Si scende verso la bocchetta Foxi lungo un single track che attraversa ampie radure con alta vegetazione.

Una possibile variazione potrebbe essere il sentiero della bocchetta delle Corde invece che salire a monte Testo. Non ho un riscontro diretto sulla percorribilità, ma ho trovato parecchie traccie che la comprendevano.


bocchetta Foxi

Il sentiero scende vertiginosamente con una serie di tornanti che sembra infinita, lungo un canalone circondato da alte pareti di roccia.

Saper padroneggiare il nose press può essere d’aiuto, ma non è fondamentale.


bocchetta Foxi

bocchetta Foxi

Man mano che si scende i tornanti si fanno più ampi e meno frequanti, e il sentiero si tuffa nel bosco, fino a raggiungere il letto del torrente sul fondo del vallone dei Foxi, dove si trasforma in una ripida sterrata che riporta velocemente al punto di partenza.

Per chi volesse approfondire gli eventi bellici, la costruzione della strada delle 52 gallerie suggerisco Guerra di mine. Ricordi di un reduce del Pasubio (1917-1918)

Guerra di mine. Ricordi di un reduce del Pasubio (1917-1918)


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