Lago Pratignano, CAI349, Farné

Questo percorso, che ha come baricentro il lago Pratignano, è un po' fuori dai normali sentieri frequentati dai biker della zona.

Permette di scoprire un versante bolognese, poco noto (almeno per me) e più selvaggio di quello modenese.



La partenza è Due Ponti, si inizia a padalare in direzione Serrazzone, dove è possibile fare rifornimento d'acqua, nel giardino della chiesa di pietra scura, per poi salire lungo la strada che da sempre collega Fanano al lago Pratignano, con i suoi sinuosi tornanti. I primi chilometri, fino a Ca' del Vento, sono asfaltati, poi la strada si fa sterrata e attraversa maestose pinete ed interseca il CAI405 discesa di tutto rispetto e magari oggetto di un futuro post. 

Il lago Pratignano è un lago-torbiera e a causa della diminuzione delle precipitazioni, la superficie occupata dalle acque sta riducendo, sostituita dalla vegetazione.



La presenza della Drosera Rotundifoliauna rara pianta carnivora acquatica, che durante l’estate attira insetti di tutte le dimensioni per poi intrappolarli tra le sue spire, conferisce al lago un notevole valore botanico.



Proseguentdo sul lato sud del lago, quello che da verso il Corno alle scale,



dopo aver percorso una stretta cengia che affaccia sulla valle del Dardagna si può raggiungere 



la Grotta delle Fate, più propriamente definibile come cavità, originata da una frattura meccanica piuttosto che da un processo carsico. Alla grotta è legata a una leggenda che narra di tre fate che, per proteggere la natura, attiravano i viaggiatori nelle giornate di nebbia con danze e canti, facendoli sprofondare nel lago fino a che non venivano inghiottiti dalle acque. La grotta è l'ultima dimora di queste creature che si nascondono nella tenebra per preservare l'ambiente circostante dalle minacce umane.



Torniamo sui nostri passi, lungo la strada che ci ha portato al lago, per imboccare il sentiero CAI403 in salita, poi il CAI401 seguendo le indicazioni per Farnè fino alla Selletta del Cappelbuso. Da qui si dipanano vari sentieri, il nostro è il CAI349 un trail abbastanza tecnico, ripido, numerosi tornanti stretti, qualche tratto un po' esposto, parecchie rocce. 

L'arrivo a Pianacci è anticipato da un ponticello di legno con qualche asse pericolante, si consiglia di prestare attenzione nell'attraversamento.



da qui si risale brevemente su asfalto per poi imboccare un sentiero lastricato poco visibile. Da qui comincia la parte più selvaggia del tracciato, infestata da insetti, per cui l'estate non è proprio la staggione consigliata per percorrerla. Attraverseremo la valle del Dardagna con qualche sentiero non propriamente semplice e particolamrente rotto, per il quale va prestata un po' di attenzione. Sullo sfondo Rocca Corneta, con la sua antica torre del 1300. Superato il ponte sul torrente il sentiero spiana per costeggiare il corso d'acqua, ma la parte relativamente comoda dura poco, bisogna riguadagnare quota per tornare sul versante modenese, è spingerela dici per qualche centinaio di metri, fin che le pendenze tornano ad essere più affrontabili e dove l'asfalto prende il posto dello sterrato. Siamo alle porte di Trignano, paese natale di Felice Pedroni fondatore della cittadina di Fairbanks in Alaska.




Una volta superato il monumento a Felice Pedroni un breve tratto di asfalto in discesa ci riporta al punto di partenza passando per Serrazzone. Per chi non è ancora troppo stanco, in prossimità di Cà Magnani è possibile mantenersi sulla sinistra, percorrendo uno sterrato con qualche ripida salita si raggiunge l'inizio de Il Marinaio trail, tenuto dai ragazzi del Cimone Enduro District, per scendere a Serrazzone, da qui ripercorrendo un breve tratto della salita per il lago Pratignano, fino ad imboccare, in prossilità di una casa, il Tagli trail per scendere a Due Ponti e a questo punto è proprio finita.

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